Finisce la stagione e una generazione ci lascia. E' stata una squadra di ottimo livello, cresciuta meno di quanto avrebbe potuto durante la stagione, ma comunque capace di combattere punto a punto con la super Polonia. Cambieranno tutti, dato che l'alto livello non solo ha limitato gli innesti in stagione, ma ha reso impossibile ai 20enni di affacciarsi anticipatamente. Considerati skill e potenziali, potranno forse rivedere l'azzurro Cerini, Manfredini, Bergamaschi, Spaggiari, Rofi, Maccarone; forse, lavorando tanto, in quanto a mio avviso il primo ha reali chance, gli altri mi sembrano un passo indietro.
E' il momento di celebrarli, di far sorridere o commuovere o incavolare i loro manager, e di ricordare una bella stagione che sarebbe potuta essere qualcosa in più. E si, diamo pure un voto a giocatori e loro manager!
Rofi, 8.5: serviva un manager georgiano in combutta con Zezo per farmi riconsiderare e riscoprire alcuni aspetti dei play, che pure dovrei ben conoscere. Lo sconforto iniziale per la mancanza di difesa e secondarie scalambrieresche è stato via via attenuato dal duro lavoro del manager e dal costante rendimento del giocatore, protagonista anche nella semifinale. In futuro qualcosa di diverso si potrà fare con i play azzurrini.
Spaggiari, 7.0: croce e delizia, oggetto di infinite discussioni nello staff, play a dir poco anomalo, entra nel gruppo iniziale, si frantuma e scompare, salta allenamenti, cala di forma, gioca in modo inguardabile con gli USA, fa una degna semifinale. la costanza non è il suo forte.
Manfredini, 6.5: guardia designata, al pronti-via della stagione è scivolato su una buccia di banana assassina negli spogliatoi. Alla fine è cresciuto benino, ma resta il rammarico perché poteva essere di più e fare di più. Anonimo.
Bergamaschi, 6.5: quasi clone di Manfredini, è stato visto presso un noto fruttivendolo subito prima del fattaccio del suo gemello. Anche lui buono, non ottimo, non brillante. Discreto.
Montemurro, 7.0: unico superstite del bronzo europeo, è stato purtroppo vittima di un coach buonista che si è accontentato di farlo crescere con il contagocce per non far saltare lo stipendio. Altri hanno corso, e, per un Cerini che lo ha raggiunto, polacchi, americani ed tori spagnoli lo hanno superato e maltrattato. Il rammarico per i 38 infimi secondi della semifinale è altissimo. Poteva fare di più, non (solo) per colpa sua.
Delvigo, 7.5: un'ala piccola vera. Utile jolly per bilanciare il roster, ha giocato senza mai strapazzare i suoi avversari, forse per innata bontà, forse perché troppo equilibrato per devastare. Comunque convincente e prezioso.
Maiolo, 9.0: in U21 lo rimpiangeremo. Ala di grande spessore, potenziale non eccelso ma con ancora margini di miglioramento, ha talvolta sofferto in difesa restituendo regolarmente sull'altro lato. Sempre a lucido. Prezioso nella sfortunata semifinale.