Santo “Furbacchione” Salamone, Konami Team (Teo): Non sa fare nulla, ma lo fa bene. Ha meno talento, potenziale, esplosività, intelligenza, posizione nel draft di chiunque altro tra convocati e non. Non essendo però un salame ma avendo santi in paradiso, si è acutamente ritagliato una nicchia unica che almeno per ora rende.
Mario “Mulo” Spaggiari, vvv (MP): cresciuto nella culla di Nappa, Sacchi e Kunskis, che il coach ben ricorda, si è meritato il soprannome per la cocciutaggine dimostrata nell’allenarsi “a modo suo”. Mai una volta fece in palestra ciò che il coach gli urlava di fare. Alla fine il ragazzo è cresciuto, le spalle versione Ivan Drago sicuramente incutono timore, vediamo cosa saprà fare al dunque.
Giorgio “Tantarobba” Carrubbi, Sbiaccati (Landi): dicono che la sua intensità agonistica, ben evidenziata dall’occhio a palla, sia frutto di aiuti proibiti. Mix di dinamite, velocità e intelligenza, si tuffa nell’agone senza paura, basta che non gli si chieda di schiacciare in testa al Paisà (vedi sotto). Pare parli polacco fluentemente.
Bruno “Tsk Tsk” Bergamaschi, Des agn de laiv (Siforal): non bastasse il fatto di essere un raccomandato di ferro, in quanto allenato da uno scout azzurrino che tarocca i rapporti per farlo vedere più bello di Sacchi, ha anche un’aria supponente che manda sulle furie tutto lo spogliatoio. Purtroppo è pure bravo quella virgola in più di altri, per cui la bandierina è sua. Vediamo se saprà mantenerla.
Diego “Figo” Delvigo, CalcioCatania 1946 (prufissuri): non fatevi incantare dallo sguardo alloccato! Dopo quattromila tira&molla in S18 (“chiamo”, “nonchiamo”, “chiamo”, “nonchiamo”), falliti perché la margherita sfogliata dal coach era OGM e con numero di petali rigorosamente pari, il giovanotto è finalmente approdato alla mèta. Gli auguriamo tutti che il potenziale abbia i decimali di Scalambrieri e non di Monferrino.
Luca “Inarrestabile” Maccarone, Maglupspor (Metty): ha rischiato di non essere convocato, perché in federazione non solo non parlano il turco, ma non riuscivano a scrivere correttamente il nome della squadra per indirizzare il telegramma di chiamata. Ambizioso e brillante, deve in realtà la chiamata solo al nobile lignaggio, che lo ha fatto preferire a pur valide alternative ma di estrazione popolare (il coach deve pure portare lo stipendio a casa!)
Ennio “Paisà” Montemurro, boh: già noto alle cronache della stagione passata, il tostissimo lungo azzurrino è alle prese con la quasi bancarotta del suo proprietario, colpevole di aver scialacquato in lungo e in largo fino a ritrovarsi nei guai. La presentazione finisce qui per uno che ha già visto la morte polacca in faccia.
Giulio “Infiammabile” Cerini, Yoirikon (akexandros): uno che non guarda in faccia nessuno, anche perché per farlo dovrebbe alzare le palpebre e quello costa fatica. Voglia di faticare rivedibile, talento puro nitido, intelligenza tattica scarsina, già sta facendo impazzire il coach con la sua parlata del tipo “Du iu spik inglisc?”
Nicola “Bazooka” Maiolo, Villa Gordiani (stiv makis): ha impressionato nei provini per aver centrato il canestro dal gabinetto, un po’ meno quando ha affrontato Montemurro ed è rimbalzato fino al cerchio di centrocampo, ancora meno quando ha cercato di spianare Delvigo e si è trovato senza palla. Il suo sguardo ammaliante seduce le cheerleaders, e considerato che si gioca nella lontana Asia, si spera così di ottenere un po’ di sostegno in più.
Antonio “Satiro” Cannau, Latahiba (Zampetta): partito rasato come un coscritto per la terra di Spagna, il friulano (si, è friulano, andate a vedere il draft) è stato attratto dalle bellezze locali e si è un tantino imbarbarito (non guardate la foto o vi prende un colpo!), da cui il soprannome. Inchiodato al suolo come uno Shaq 45enne, ha cominciato solo recentemente a saltellare qua e là, forse per sfuggire alle grinfie di Montemurro nelle partite